IQNA

Biografia dell’Imam Hoseyn (AS)

19:27 - May 10, 2016
Notizie ID: 3480435
Iqna - L’Imam Huseyn ibn ‘Ali (AS), detto anche “Seyyed al-Shohada” (il Signore dei martiri), nacque il 3 di Sha’ban dell’anno 4 dell’Egira

Biografia dell’Imam Husayn (A)


L’Imam Hoseyn ibn ‘Ali (AS), detto anche "Seyyed al-Shohada” (il Signore dei martiri), nacque il 3 di Sha’ban dell’anno 4 dell’Egira. Egli fu l’incarnazione umana di valori quali la nobiltà e la dignità. La sua generosità e i suoi atti di adorazione lo hanno reso la persona più amata dai suoi amici e odiata dai suoi nemici. Si narra che, a volte, quando l’Inviato d’Iddio (S) era in prostrazione, il piccolo al-Hosayn (AS) montava sulla sua schiena, ed egli rimaneva prostrato fino a che suo nipote non scendeva.

Dopo aver testimoniato in tenera età la morte dell’Inviato d’Iddio (S) e dopo aver preso parte alle battaglie di Jamal, Siffin e Nahrawan durante il califfato dell’Imam ‘Ali (AS), l’Imam Hosayn (AS) assistette suo fratello Hasan(AS) fino alla sua morte. Poi, egli pazientò fino alla fine dei giorni di Mu’awiyah. Quando venne a sapere che questi aveva eletto Yazid suo successore, non rispettando il patto stipulato con l’Imam al-Hasan (AS), e considerando il fatto che Yazid non si preoccupasse minimamente, neanche ad un livello pubblico ed esteriore, del rispetto delle leggi della shari’ah, l’Imam Hosayn (AS) obiettò fermamente in nome della verità e della giustizia.

Ben presto, Yazid ottenne il giuramento di fedeltà da parte degli abitanti di varie zone nei territori Islamici. Quindi mandò una delegazione a Medina guidata da Walid ibn Utbah per costringere l’Imam al-Hosayn (AS) ad accettarlo come califfo. L’Imam, ovviamente, rifiutò. Quando decise di andare a fare il pellegrinaggio rituale alla Mecca, apprese che i sicari di Yazid stavano programmando di ucciderlo. Questi, non volendo far spargere il suo sangue nella casa d’Iddio,ove è proibito uccidere anche una formica, si mosse con la sua famiglia e poco più di settanta dei suoi seguaci sciiti verso l’Iraq, che era il luogo con il più alto numero di sciiti di quel tempo.

Nel frattempo, l’Imam al-Hosayn (AS) aveva da tempo stabilito contatti con vari gruppi sciiti in Iraq che lo invitarono ed erano disposti a combattere per lui. Per questo motivo aveva mandato suo cugino Muslim ibn ‘Aqil a verificare le circostanze a Kufa. In effetti, quando Muslim giunse a Kufa, ospitato dal fedele Hani, trovò un forte sostegno da parte della popolazione nei confronti della causa dell’Ahl al-Bayt e quindi scrisse all’Imam al-Hosayn (A),invitandolo a raggiungerli presto.

Non appena Yazid seppe degli ultimi sviluppi a Kufa, mandò uno spietato emiro, ‘Ubaydullah ibn Ziyad, per contenere la situazione. Questi avviò una campagna repressiva contro tutti gli sciiti, la maggior parte dei quali iniziò a temere per la propria vita, e poi fece uccidere sia Muslim che Hani. Lungo il tragitto verso Kufa, l’Imam al-Hosayn (A) venne a sapere della morte di Muslim e se ne addolorò moltissimo.

Quando l’Imam e i suoi fedelissimi sciiti giunsero a Dhu Hasam, mille uomini comandati da Hurr ibn Yazid al-Riyahi mandati da Yazid ostacolarono il tragitto dell’Imam al-Hosayn (AS). Comunque, lo spirito cavalleresco e la gentilezza dell’Imam riposta anche nei confronti del proprio nemico e, soprattutto, la fede sino ad allora celata nel cuore di Hurr, lo spinsero a far ritirare il suo esercito e ad unirsi all’Imam.

Quando l’Imam al-Hosayn (AS) e i suoi sciiti giunsero alla piana di Karbala, capì che era giunto il momento di fermarsi. Infatti ‘Ubaydullah ibn Ziyad aveva mandato ‘Umar ibn Sa’d e i suoi uomini ad ucciderlo. Egli scelse ‘Umar ibn Sa’d perché l’uccisione del nipote dell’Inviato d’Iddio (S) non poteva essere compiuta da una persona poco nota alle masse, trattandosi di un atto altamente sconvolgente per l’intera Comunità Islamica. Quindi, egli scelse il figlio di un noto compagno del Profeta (S), nonché il conquistatore della Persia, Sa’d ibn Abi Waqqas.

La mattina del 10 di Muharram dell’anno 61 dell’Egira, migliaia di soldati guidati da ‘Umar ibn Sa’d attaccarono l’Imam al-Hosayn (AS) e i suoi settantadue sciiti i quali non aspettavano altro che il martirio.

Il primo martire fu proprio Hurr ibn Yazid che fu seguito da Wahab ibn Janah al-Kalbi e Muslim ibn Awsajah. Gli sciiti dell’Imam al-Hosayn (AS), pur combattendo valorosamente in fortissima inferiorita' numerica, vennero martirizzati tutti, uno dopo l’altro. Poi fu il turno dei membri dei Bani Hashim,la famiglia dell'Imam.Il primo fu ‘Ali Akbar,giovane figlio dell'Imam Hoseyn, il quale venne seguito da Qasem, il valoroso figlio dell’Imam al-Hasan(AS),e dagli altri membri della famiglia come il piccolo Abdollah,altro figlio dell'Imam Hasan,non risparmiato dai soldati di Yazid nonostante la tenera eta',fino al portatore dello stendardo dell’Islam e fratello dell'Imam: ‘Abbas ibn ‘Ali,detto Abalfazl.

Fuori dal campo di battaglia, gli uomini di ‘Umar ibn Sa’d(comandante delle truppe di Yazid) avevano bloccato l’accesso all’acqua agli uomini e alla famiglia(compresi donne e bambini)dell'Imam Hoseyn. Fu così che ‘Abbas decise di intraprendere un’incursione con una brocca per procurarsi dell’acqua per dissetare perlomeno le donne e i bambini. Riuscì nell’operazione e, trovandosi davanti all’acqua, riempì la brocca e tornò indietro, rinunciando a bere lui stesso. Non riuscì però a tornare nell’accampamento e raggiunse il martirio,combattendo dopo essere stato circondato da un elevato numero di nemici,i quali non riuscendo a contenerlo,utilizzarono dapprima le freccie dalla distanza che colpirono Abalfazl in diverse parti del corpo tra cui un occhio,dopodiche visto l'indebolimento di Abbas, si avvicinarono tagliando un braccio al fratello dell'Imam Hoseyn;a quel punto egli afferro' la brocca d'acqua con l'altra mano,che fu tagliata subito dopo;prese la brocca con la bocca,ma un colpo alla testa lo fece cadere dal cavallo,con i nemici all’assalto,come iene,per  infierire sul corpo ferito di Abalfazl.

Prima che l’Imam al-Hosayn (AS) entrasse nel campo di battaglia, prese per l’ultima volta suo figlio ‘Ali ‘Asghar sulla mano chiedendo agli attaccanti di concedere un po' d'acqua almeno al piccolo,ma una freccia lanciata da Harmalah ibn al-Kahil colpì il neonato alla gola.

L’Imam, quindi,rimasto solo, combatté fino all’ultimo respiro fino a che non cadde a terra sfinito e ferito,ma Shimr, non soddisfatto, gli tagliò la testa.

L’unico superstite, all’infuori delle donne e i bambini, fu l’Imam as-Sajjad (AS), il quale era molto ammalato e non si poteva muovere per combattere. Egli, assieme alla sua famiglia guidata da Zaynab,sua zia e sorella dell'Imam Hosein, che gli faceva le veci durante la malattia, venne fatto prigioniero e portato prima a Kufa e poi nello Sham(odierna Siria) davanti alla corte di Yazid. Incatenati durante il viaggio e il loro ingresso a Damasco,vennero umiliati e trattati come un trofeo.

E’ risaputo che l’Imam al-Hosayn (AS) fosse a conoscenza sin dall’inizio di andare incontro al martirio. Per questo motivo egli ricordava sempre a chi era con lui di potersene andare poiché era ben cosciente di stare andando incontro alla morte. Egli però, con questo suo sacrificio, ha salvato il vero Islam,che altrimenti sarebbe stato perduto con il passare degli anni. Infatti, nessuna penna è mai stata in grado di scrivere una pagina di storia, con un messaggio perenne, chiaro e preciso, come quella scritta dal sangue del signore dei martiri, l’Imam al-Hosayn (A), la cui tomba si trova tutt’oggi a Karbala.

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