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Ramadan nel Corano - 1

Cosa dice il Corano sul mese di Ramadan?

16:36 - March 12, 2024
Notizie ID: 3490076
Tehran-Iqna- Il Sacro Corano menziona in un caso la parola Ramadan; il versetto 185 della Surah Al-Baqarah

Cosa dice il Corano sul mese di Ramadan?

 

Il Sacro Corano menziona in un caso la parola Ramadan; il versetto 185 della Surah Al-Baqarah.

In questo versetto il Corano rende una descrizione del mese sacro, parlando della rivelazione del Corano.

Dio dice nel versetto 185 della Surah Al-Baqarah: “Il mese di Ramadan è il mese in cui è stato rivelato il Corano; una guida per gli uomini, la guida più autorevole e un criterio per discernere il bene dal male. Chiunque di voi vede l'inizio del mese di Ramadan, deve cominciare a digiunare. Coloro che sono malati o in viaggio ne sono esentati ma  devono digiunare lo stesso numero di giorni in un altro momento. Dio non vi impone alcuna difficoltà. Vuole che voi abbiate conforto affinché possiate completare il digiuno e glorificare Dio per avervi dato la guida, così, forse, Lo ringrazierete”.

Secondo questo passo il Ramadan è il mese in cui è stato rivelato il Corano e quando arriva, chiunque abbia raggiunto l'età di takleef (9 per le ragazze e 15 per i ragazzi – età in cui sono tenuti a osservare i doveri religiosi) e sia nelle condizioni fisiche e di salute per farlo, deve osservare il digiuno.

Ci sono opinioni diverse su come il Corano sia stato rivelato in questo mese. Alcuni ritengono che il Libro Sacro fu inviato tutto in una volta al Profeta Mohammad (Dio benedica lui e la sua famiglia) nella Notte di Qadr, mentre secondo altri in quella notte fu inviato nel cielo terrestre e poi rivelato al Profeta gradualmente.

Sebbene la parola Ramadan sia menzionata nel Corano solo una volta, ci sono numerosi versetti in cui si parla del digiuno del Ramadan senza citare il termine.

Ad esempio, ci sono i versetti 183 e 184 della Sura Al-Baqarah:

“O credenti, per voi è stato prescritto il digiuno, come lo è stato per coloro che vi hanno preceduto, affinché abbiate timore di Dio”. (versetto 183)

“Il digiuno è solo per un certo numero di giorni. Chi è malato o è in viaggio deve digiunare lo stesso numero di giorni in un altro momento. E chi può permettersi un riscatto (per i giorni in cui non ha digiunato) dovrebbe nutrire un povero. Le buone azioni compiute di propria iniziativa verranno ricompensate. Tuttavia, il digiuno è meglio e sarà ricompensato. E' bene che voi lo sapesse! (versetto 184)

Dio esonera dal digiuno tre gruppi: i malati, i viaggiatori e gli anziani. Il primo e il secondo gruppo devono osservare il digiuno compensativo (qadha) una volta guariti o al termine del viaggio. Ma l'ultimo gruppo (gli anziani) è tenuto a pagare solo la kaffarah (un compenso in beneficenza), ovvero il prezzo di 750 grammi di grano o altri beni simili per ogni giorno di digiuno mancato.

 

 

 

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